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Transizione 4.0. Dopo un giorno di operatività della piattaforma gestita dal Gse per conto del Mimit è stata raggiunta la cifra di 2,2 miliardi di euro, ovvero il tetto di spesa fissato dal Mef con l’ultima legge di Bilancio per gli investimenti effettuati nel 2025. Si tratta di un risultato provvisorio, però, perché un quadro certo si avrà solo tra 30 giorni. In quella data si saprà quante delle comunicazioni presentate dalle imprese non rientrano nelle regole della legge di Bilancio. Queste aziende potranno usufruire del credito d’imposta in via completamente automatica quindi senza prenotazione. Significa che i loro benefici fiscali non andranno considerati nel conteggio finale ai fini del rispetto del plafond di 2,2 miliardi di euro. Questo dato, però, sarà noto solo tra 30 giorni perché così prescrivono i decreti direttoriali del Mimit che hanno introdotto un nuovo modello per la comunicazione dei crediti d’imposta e l’avvio della piattaforma. 

Per l’uscita delle società quotate dall’applicazione dello split payment a decorrere dal 1°luglio 2025 si deve tener conto della data di emissione della fattura elettronica desumibile dal ‘campo data’. Si tratta di uno degli effetti dell’art. 10 del Dl 84/2025 (decreto fiscale) che ha recepito le indicazioni della decisione di esecuzione Ue n. 2023/1552 del Consiglio Ue abrogando la lettera d) del comma 1-bis dell’articolo 17-ter del Dpr 633/1972. La modifica tocca da vicino i fornitori e si applica alle operazioni per le quali è emessa fattura a carico delle società quotate inserite nell’indice Ftse Mib della Borsa italiana a partire dal 1°luglio 2025. L’impostazione normativa è perfettamente in linea con precedenti interventi che avevano interessato la variazione dello split payment con ingresso di nuovi soggetti dal 1°luglio 2017 (fra cui le società quotate) che può esattamente essere letta al contrario per l’attuale uscita.

Tra le novità contenute nel decreto fiscale una dispone l’estensione del perimetro di applicazione del reverse charge a tutti gli appalti della logistica e dei trasporti prevedendolo anche per gli appalti di trasporto merci. La finalità della norma è quella di contrastare le numerose frodi contestate da diverse Procure della Repubblica in molti procedimenti contro gli operatori della logistica e negli appalti di fornitura di manodopera. Il legislatore, infatti, è intervenuto sul comma 57 eliminando i vincoli applicativi legati alle caratteristiche contrattuali della prevalenza di manodopera e dell’utilizzo dei beni strumentali di proprietà del committente. La legge di Bilancio 2025, inoltre, ha introdotto un sistema transitorio in attesa che il Consiglio della Ue autorizzi l’introduzione del meccanismo dell’inversione contabile per le descritte operazioni. 

Transizione 4.0: il Gse ieri ha comunicato che le risorse per i nuovi investimenti in beni strumentali risultano allo stato esaurite. Le ricevute alle comunicazioni dal 17 giugno già contenevano questa informazione. In ogni caso alle imprese non rimane che continuare a presentare le istanze di prenotazione sperando che ci sia uno scorrimento o un rifinanziamento. Occorre attendere 30 giorni per verificare l’eventualità di risorse non impegnate. Il Gse comunicherà alle imprese secondo l’ordine cronologico di trasmissione delle comunicazioni. Il nuovo testo prevede il passaggio da credito ‘comunicato’ a ‘prenotato’ e aggiunge che la ricevuta può riportare l’indisponibilità delle risorse. Significa in sostanza che il Gse non si limita a ricevere dati, ma risponde con un esito concreto: o conferma che il credito è stato validamente prenotato, oppure avverte che il plafond è già saturo.

La circolare 14/D/2025 chiarisce tre aspetti fondamentali della riforma doganale introdotta con il Dlgs 81/2025. Viene innalzata a 100mila euro la soglia per la configurazione del reato di contrabbando per l’Iva e altri diritti di confine, con effetto retroattivo anche per le sanzioni. Ciò comporta la revisione dei procedimenti penali in corso, favorendo l’archiviazione nei casi in cui ora sia prevista solo una sanzione amministrativa. Si aprono inoltre nuove strade di regolarizzazione con il ravvedimento operoso, la revisione su istanza di parte e l’estinzione del reato. La revisione, se avviata prima di controlli ufficiali, esclude sanzioni e confisca. Il riscatto dei beni confiscati diventa obbligatorio in presenza di sanzioni. Infine, la nuova causa di non punibilità consente la regolarizzazione spontanea senza rischio di procedimenti penali.(Ved. anche Italia Oggi: ‘Dogane, la compliance premia’ – pag. 24)

La Corte di cassazione, nell’ordinanza n. 12928/2025 pubblicata lo scorso 14 maggio, ha sostenuto che nelle cause aventi a oggetto il recupero dell’Ici sugli immobili di proprietà di enti non commerciali destinati ad attività didattica il giudice di merito deve sempre valutare se il beneficio dell’esenzione d’imposta supera o meno il massimale di uno dei regolamenti ‘de minimis’ applicabili. I giudici di legittimità hanno esortato i giudici di appello a tenere in considerazione, nel merito,  lo ‘ius superveniens che involge la disciplina eurounitaria degli aiuti di Stato, e del loro recupero’. La Suprema corte ha richiamato la decisione 2023/2103 del 3 marzo 2023 della Commissione Ue riguardante l’esenzione Ici dichiarata incompatibile con il mercato interno, cui l’Italia ha dato esecuzione con il dl 131/2024. 

Nella nuova guida alle agevolazioni fiscali pubblicata sul proprio sito internet l’Agenzia delle Entrate ricorda che i lavoratori che nel 2024 hanno ricevuto dal proprio datore, come fringe benefit non tassato, il rimborso degli interessi pagati sul mutuo prima casa perdono la corrispondente detrazione fiscale. Obiettivo della guida è costituire una sorta di vademcum per Caf e professionisti, ma anche per gli uffici ai fini della assistenza e controllo documentale ex art. 36-ter Dpr n. 600/73, per garantire un’applicazione uniforme sul territorio nazionale. La guida contiene un numero molto limitato di novità. A proposito della disciplina del rimborso delle spese per interessi sul mutuo relativo alla prima casa da parte dei datori di lavoro ai propri dipendenti, la guida richiama quanto già chiarito dalla circolare 5/E/2024: la legge di Bilancio 2024 ha previsto – per l’anno 2024 – l’esclusione dal reddito di lavoro per le somme che costituiscono rimborso degli interessi sul mutuo prima casa, entro il massimale di 1.000 euro. 

Con la sua guida alle agevolazioni fiscali l’Agenzia delle Entrate apre alla possibilità di transitare dal superbonus al bonus barriere architettoniche. Incassando nel 2024 un extrasconto di cinque punti: l’anno scorso, infatti, il superbonus condominiale era al 70% mentre lo sconto per migliorare l’accessibilità degli immobili era al 75%. L’Agenzia dice che per sfruttare gli sconti più alti è possibile passare da un agevolazione all’altra in caso di lavori che vadano avanti per più anni. Per le spese sostenute nel 2024 è possibile fruire del bonus barriere al 75% anche in presenza di un intervento iniziato nel 2023 per le cui spese, sostenute in tale anno, si è fruito della detrazione del 50% prevista dall’art. 16-bis del Tuir oppure del superbonus. 

Il viceministro Maurizio Leo ha annunciato importanti novità fiscali, tra cui l’estensione della certificazione del rischio fiscale (Tax Control Framework) anche alle PMI, con un modello per aderire. Il decreto attuativo è in arrivo, e i corsi per i certificatori inizieranno a settembre. Le risorse recuperate dall’Agenzia delle Entrate (33,4 miliardi nel 2024) saranno parzialmente destinate a finanziare la riforma fiscale. Il concordato preventivo biennale sarà reso permanente per il 2025 e 2026, con proposte basate su dati e IA. Il ravvedimento speciale potrebbe essere riaperto al 2023, ma la decisione spetterà al Parlamento. È previsto un incentivo per imprese che investono in Italia con detassazione al 50% per 10 anni, compatibilmente con le regole UE sugli aiuti di Stato. Si punta anche sul reshoring e sugli accordi preventivi per attrarre capitali. Infine, si rivedrà l’accesso alla rottamazione, concentrandolo su ambiti più mirati per evitare abusi.

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che le spese fiscali sono considerate “tracciabili” e quindi detraibili anche se pagate con lo smartphone tramite istituti di moneta elettronica collegati al conto corrente del contribuente. In caso di controllo, basta esibire la e-mail di conferma del pagamento o l’estratto conto collegato all’app di pagamento. Sono validi anche i pagamenti eseguiti da terzi, purché il contribuente sia intestatario della spesa e ne abbia sostenuto effettivamente il costo. Anche i pagamenti effettuati con app che non richiedono carta fisica o tecnologia NFC sono ammessi, se tracciabili. La detrazione del 19% resta subordinata all’uso di sistemi tracciabili come previsto dalla legge di bilancio 2020. In mancanza di documentazione bancaria completa, si possono usare anche le ricevute di pagamento dell’app. È ammessa una dichiarazione del contribuente che dimostri di aver rimborsato il terzo pagante. Le indicazioni sono contenute nella guida alle agevolazioni fiscali 2025 pubblicata il 17 giugno.

Troppi rischi su web tax e nuove risorse proprie. La Commissione europea dovrà rivedere le sue proposte fiscali per finanziare il bilancio dell’Unione dopo il 2027. È l’indicazione che arriva dalla presidenza polacca del Consiglio Ue, che in un report interno invita a mettere mano al pacchetto di nuove ‘risorse proprie’, inclusa l’ipotesi di una tassa digitale a livello comunitario. Il documento restituisce l’immagine di un cantiere ancora in alto mare. I governi faticano a convergere non solo per ragioni politiche, ma anche per l’assenza di stime aggiornate da parte della Commissione su quanto frutterebbero davvero le nuove imposte. La proposta di una web tax europea resta una delle più controverse. L’idea di una tassazione sui colossi digitali suscita timori di ‘rappresaglie da parte di partner internazionali’.